L’onda mediatica dei selfie con l’immancabile banana contro il razzismo sta via via scemando. All’indomani del lancio avvenuto dagli spalti del Madrigal durante Villareal – Barcellona, si scatenò la corsa social per esprimere solidarietà al calciatore brasiliano Dani Alves, che assieme al compagno e connazionale Neymar, ha colto al volo l’occasione per lanciare probabilmente un’idea che avevano in mente da tempo. Non era il primo episodio di razzismo nei confronti dell’estero carioca e, indipendentemente dal fatto che si possa essere trattato di una trovata di marketing, la risposta di Dani Alves ha avuto successo, sensibilizzando le coscienze anche aldilà dei confini nazionali spagnoli.
Nel frattempo, il lanciatore della banana, il 26enne David Campayo, un collaboratore tecnico del settore giovanile del Villareal, si vedeva in prima istanza sospendere l’abbonamento alle partite della prima squadra e poi togliere il posto di lavoro. A causa del danno d’immagine ricevuto da Campayo, il ‘sottomarino giallo’ ha impiegato davvero poco per bandire a vita il ragazzo dal Madrigal e interrompere qualsiasi collaborazione. A ciò si è aggiunta la squalifica della giustizia sportiva spagnola per due anni e l’arresto da parte della giustizia ordinaria che ora potrebbe condannarlo a ben tre anni di carcere per il reato di discriminazione, odio o violenza per motivi razzisti. È delle ultime ore, inoltre, la notizia dell’aumento della multa al Villareal su richiesta del ministero degli Interni: dagli iniziali 12 mila euro, il club spagnolo dovrà pagare ulteriori 6 mila euro.
In tutto ciò, Dani Alves, è tornato a parlare della vicenda a distanza di settimane e un po’ a sorpresa ha preso le difese di Campayo, autore del lancio della banana:
“Ridate il lavoro al ragazzo – ha dichiarato Dani Alves alla radio catalana RAC1 -. Probabilmente voleva fare uno scherzo e ha scatenato un pandemonio. Chiedo che venga reintegrato. Le critiche di alcuni tifosi del Barça? Se la gente mi accetta per come sono, bene, altrimenti andrò da un’altra parte, che piaccia o meno sono parte della stupenda storia di questo club, ma ho bisogno di energia, devo essere felice”.
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